SPAZIO AFFIDO E ADOZIONI
FINALITÀ
All’interno delle attività consultoriali è attivo lo “Spazio Affido e Adozioni” che si propone come punto di riferimento scientifico per lo studio, la ricerca e il sostegno alla famiglia adottiva e affidataria, mirando a:
• sensibilizzare sulle caratteristiche e sui bisogni dei bambini e sulla loro tutela;
• qualificare le competenze genitoriali;
• promuovere la cultura della solidarietà, dell’accoglienza e, in particolare, dell’affido e dell’adozione (nazionale e internazionale);
• favorire la creazione di reti di famiglie affidatarie e adottive, mediante l’offerta di:
• informazione e consulenza alle coppie disponibili all’affido e all’adozione nella fase di orientamento;
• formazione alle coppie e alle famiglie che intendono affrontare o stanno già vivendo l’esperienza dell’affido e/o dell’adozione;
• momenti di confronto esperienziale tra coppie affidatarie (famiglie che aiutano altre famiglie);
• momenti di confronto esperienziale tra coppie adottive (famiglie che aiutano altre famiglie);
• consulenza psico-socio-pedagogica e legale alle famiglie affidatarie, ai genitori adottivi e ai minori adottati, tanto nelle fasi delicate dell’inserimento familiare e scolastico quanto in quelle, altrettanto delicate, della preadolescenza e dell’adolescenza.
DESTINATARI
§ coppie disponibili all’affido e all’adozione nella fase di orientamento;
§ coppie e famiglie che hanno deciso di affrontare o stanno già vivendo l’esperienza dell’affido e/o dell’adozione
L’affido familiare
L’affido familiare consiste nell’accoglienza di un bambino o di una bambina per un periodo di tempo determinato presso una famiglia preferibilmente con figli minori o una persona singola in grado di assicurargli/le il mantenimento, l’educazione, l’istruzione e le relazioni affettive di cui ha bisogno.
Gli obiettivi dell’affidamento sono:
§ la temporaneità, che non può superare la durata di 24 mesi, ed è prorogabile solo dal Tribunale per i Minorenni qualora la sospensione dell’affidamento rechi pregiudizio al minore;
§ il mantenimento dei rapporti con la famiglia d’origine;
§ il complesso di interventi volti al recupero della famiglia d’origine;
§ la previsione di rientro nella famiglia d’origine.
L’affidamento è consensuale nel caso sia condiviso dai genitori oppure giudiziale nel caso sia disposto dall’Autorità Giudiziaria. Inoltre può essere diurno o part-time (quando è limitato ad alcune ore durante la giornata), oppure residenziale (quando il minore va a vivere per un periodo di tempo presso la famiglia affidataria pur mantenendo, di norma, rapporti e incontri con la propria famiglia).
L’adozione
L’adozione si configura come estremo rimedio di fronte ad una irreparabile situazione di abbandono che comprometterebbe lo sviluppo psico-fisico del minore. Si realizza con l’inserimento definitivo di un bambino o di una bambina in una nuova famiglia, per attuare il diritto del minore a crescere in un adeguato ambiente familiare.
Un bambino o una bambina sono dichiarati adottabili se si trovano in situazione di abbandono, di grave rischio per la loro crescita per cause che non siano risolvibili o rimuovibili. Il Tribunale per i Minorenni accerta lo stato di abbandono e avvia il processo di adozione. Con l’adozione il bambino diviene a tutti gli effetti figlio della nuova coppia di genitori.
L’adozione, che è possibile solo per le coppie sposate, può essere:
§ nazionale: riguarda l’adozione di un bambino italiano o nato in Italia;
§ internazionale: prevede l’ingresso per adozione da un Paese straniero.
In entrambi i casi si tratta di un processo delicato (pieno di incognite e di imprevisti) e difficile perché parte da una duplice carenza (quella della coppia e del bambino), mette a confronto bisogni diversi e comporta un’assunzione di grande responsabilità: pertanto è una decisione che investe molte persone e riguarda tutta la vita.
Lo Spazio Affido e Adozioni opera attraverso le seguenti metodologie:
ü l’attività informativa e di sensibilizzazione, mediante sito Internet, dibattiti, serate a tema, tavole rotonde, incontri pubblici, convegni, con la messa a disposizione di opuscoli, volantini, dèpliant e dei i moduli per la domanda di adozione nazionale e internazionale;
ü l’attività formativa attraverso colloqui, incontri o percorsi condotti da esperti ed incentrati su aspetti specifici inerenti l’esperienza affidataria e/o adottiva, rivolti anche alle istituzioni scolastiche per un corretto approccio con i bambini e con i genitori;
ü i gruppi di auto-mutuo-aiuto (rispettivamente per l’affido e per l’adozione, articolati in gruppi pre-affido o pre-adozione e in gruppi affido o post-adozione), quali momenti di confronto tra coppie che hanno svolto o stanno svolgendo il percorso di affido o adozione dove, in uno scambio di esperienze, convinzioni reciproche, informazioni e notizie poste in comune, le coppie crescono nella loro esperienza genitoriale affidataria o adottiva, imparando a gestire l’ansia, l’attesa, la “diversità” del bimbo affidato o adottato, i problemi educativi e sociali legati al delicato e particolare percorso affidatario o adottivo.
Per gruppo di auto-mutuo aiuto si intende un insieme di persone che condividono situazioni simili (affido o adozione) e che si incontrano a cadenza regolare con il sostegno di una figura esperta (psicologo e assistente sociale) per confrontare le proprie esperienze. In questi gruppi è possibile sentirsi aiutati, ma anche sperimentarsi come figure in grado di dare un aiuto agli altri; è possibile relativizzare la propria situazione e le proprie difficoltà utilizzando l’esperienza degli altri.
Il gruppo di auto-mutuo aiuto è formato da persone e/o famiglie che vivono la medesima esperienza di vita e che, incontrandosi, si impegnano per il proprio e l’altrui cambiamento e benessere, promuovendo le reciproche potenzialità positive, mediante il coinvolgimento personale e con la condivisione delle esperienze vissute.
Il gruppo di auto-mutuo-aiuto non ha il compito di verificare l’andamento dell’affido o dell’adozione, quanto piuttosto quello di promuovere tra i suoi membri il sostegno reciproco nell’affrontare i problemi e le occasioni quotidiane legati all’accoglienza e, quindi, quello di accompagnare le famiglie facilitando il confronto sulle difficoltà che ogni famiglia esprime.
ü la consulenza specialistica rispetto alle tematiche inerenti la relazione con i minori accolti;
ü attività di raccordo, dialogo, confronto costruttivo e collaborazione sui temi riguardanti l’affido e l’adozione con i Servizi giudiziari, socio-sanitari, sociali, scolastici, culturali, con le Parrocchie e le Associazioni del territorio.
In particolare, per quanto riguarda l’adozione, lo Spazio Affido e Adozioni offre:
1. informazione e consulenza sul percorso adottivo
2. consulenza – sostegno psicologico nel pre-adozione
3. consulenza – sostegno psicologico nel primo anno di adozione
4. sostegno psicologico al genitore e alla coppia
5. intervento psico-educazionale al bambino/a o al ragazzo/a
6. consulenza interculturale al ragazzo/a
1. INFORMAZIONE E CONSULENZA SUL PERCORSO ADOTTIVO
La coppia durante la fase pre-adottiva può vivere una situazione di incertezza rispetto alla propria scelta. Se da un lato la spinta verso l’adozione è forte, dall’altro sono presenti dubbi e incertezze sulla propria motivazione, sulla scelta di ciascun partner, sull’universo dei bambini. A volte la coppia elabora idee sul mondo dell’adozione che non corrispondono con i dati della realtà.
L’informazione e la consulenza sul percorso adottivo hanno l’obiettivo di confrontarsi proprio su questi aspetti e sulle proprie aspettative, apportando conoscenze, riflessioni e chiarimenti utili a verificare e favorire una scelta consapevole e serena.
La consulenza sul percorso adottivo un aiuto importante ed è particolarmente consigliata quando la persona o la coppia percepisce che:
• è presente il desiderio di confrontarsi sulla scelta adottiva e sul percorso adottivo;
• ci sono dubbi sulla propria storia, sul bambino, sull’idea di famiglia su cui si desidera confrontarsi;
• è ancora aperta la sofferenza legata all’impossibilità di avere un figlio proprio;
• i dubbi sono enormi, anche da parte di un solo membro della coppia, e spaventano;
• ci sono incertezze sulla scelta dell’adozione, sull’universo dei bambini in stato di adozione;
• sono presenti sentimenti di tristezza e sofferenza soprattutto da parte di un partner;
• sono frequenti i pensieri negativi sulle possibilità di riuscita del percorso del percorso adottivo;
• i colloqui con l’assistente sociale e con lo psicologo sono avvertiti come minacciosi e complessi.
2. CONSULENZA – SOSTEGNO PSICOLOGICO NEL PRE-ADOZIONE
C’è una fase in cui la persona, o la coppia, vive una situazione di profondo disagio e sofferenza legata alla constatazione della propria sterilità. E’ proprio in questo momento che la consulenza pre-adozione può essere d’aiuto alla persona o alla coppia, per affrontare ed elaborare il significato e le emozioni che la sterilità ha avuto per loro. In molti casi, infatti, le coppie si avvicinano all’adozione quando è presente il desiderio di un proprio figlio, o quando sono ancora in corso percorsi di ricerca di un figlio biologico o quando il dolore dell’impossibilità di una maternità biologica è intenso. In tutti questi casi è consigliato un momento di confronto prima di iniziare il percorso adottivo e prima dell’indagine psicosociale in modo da entrare nel percorso adottivo in un atteggiamento di tranquillità emozionale.
La consulenza pre-adozione centrata sull’elaborazione della sterilità è consigliata quando la coppia ritiene che questo evento ha avuto un impatto significativo sulla persona e sulla coppia e, in particolare, quando si ha la sensazione che il dolore provato pervade tutte le dimensioni della vita della persona.
Il sostegno psicologico è particolarmente consigliato quando la persona o la coppia percepisce che:
• è ancora aperta la sofferenza legata all’impossibilità di avere un figlio proprio;
• l’“elaborazione del lutto” è un passaggio da concludere;
• il percorso di constatazione della sterilità è stato complesso, lungo e doloroso;
• i dubbi sul futuro sono enormi, anche da parte di un solo membro della coppia, e spaventano;
• sono presenti pensieri negativi su di sè, sul proprio valore e sul futuro;
• sono presenti sentimenti di tristezza e sofferenza, soprattutto da parte di un partner;
• non ci sono motivi fisiologici che impediscono il concepimento e si ipotizza una sterilità psicogena.
3. CONSULENZA E SOSTEGNO PSICOLOGICO NEL PRIMO ANNO DI ADOZIONE
Il post adozione riguarda sia il momento immediatamente dopo l’incontro con il bambino, sia la fase di formazione e crescita della famiglia. Si tratta di un momento molto delicato del percorso adottivo poiché la famiglia si confronta con tutte le fantasie, i sogni, le preoccupazioni e le speranze che aveva accumulato durante l’attesa adottiva. Inoltre sia la coppia che il bambino o i bambini si trovano in una situazione di forte tensione, a volte persino di stato d’allerta, e in ogni caso di studio reciproco, che influenza il momento dell’incontro e della scoperta reciproca.
Il Post adozione è il momento della nascita adottiva, il luogo dove una coppia si trasforma in due genitori e un bambino in figlio e tutti e tre in una famiglia. In un momento si compie quello che è stato desiderato e atteso per molto tempo.
Un incontro, o un percorso, di consulenza o sostegno psicologico può essere richiesto dalla coppia adottiva:
• nel PRIMO ANNO DI ADOZIONE per avere un confronto e un sostegno continuo in una delle fasi più delicate del percorso adottivo in relazione agli aspetti educativi, psicologici e relazionali con il bambino e i genitori;
• nel momento in cui avverte una situazione di stress nella cura del figlio, quando inizia a percepire la complessità e conflittualità delle relazioni familiari, quando percepisce fatica, disorientamento o si sente sopraffatta dal proprio comportamento o dal comportamento del figlio ed infine quando inizia ad avere pensieri negativi sul futuro, sul proprio ruolo di genitore, sulle potenzialità del ragazzo/a.
Quando la famiglia si confronta sulla situazione di disagio percepito, nel momento in cui lo avverte, la probabilità di risolvere la situazione percepita come complessa o critica è molto alta. Il disagio che si prova nella relazione genitori-figli è, infatti, un importante ”campanello d’allarme”. Prima si comprende la situazione e prima si interviene su questa, maggiori probabilità ci sono di ristabilire un equilibrio relazionale.
Quando si affronta la situazione all’inizio dell’insorgere della difficoltà sono sufficienti pochi incontri per chiarire un problema, per capire come muoversi in una situazione; nei casi in cui il disagio è più complesso il percorso di consulenza può richiedere più incontri e può essere più lungo e articolato.
In realtà la consulenza e il sostegno psicologico sono un’importante opportunità di riflessione, di crescita relazionale e di cambiamento sia per la persona, per la coppia e per la famiglia, ma soprattutto costituiscono uno spazio di AIUTO in un momento percepito come critico.
4. SOSTEGNO PSICOLOGICO AL GENITORE E ALLA COPPIA
L’attività di sostegno psicologico ha l’obiettivo di sostenere la coppia che attraversa un momento di disagio psicologico e/o relazionale o una situazione di difficoltà e complessità nella relazione con il figlio, o nel ciclo di vita della famiglia.
Il sostegno psicologico è opportuno quando il genitore (o la coppia) percepisce fatica, disorientamento, si sente sopraffatto dal comportamento del figlio, ha la sensazione di non essere in grado di far fronte alla situazione, di non riuscire a capire cosa sta avvenendo a livello personale, o di coppia, o nella relazione con il figlio/i figli, inizia ad avere pensieri negativi sul futuro, sul proprio ruolo di genitore, sulle potenzialità del ragazzo. In questi casi è bene non ignorare questi segnali e ed affrontare il disagio percepito sin dai primi momenti del suo insorgere: quanto prima si affronta la situazione tanto più è possibile risolverla e superarla. Il tempo, infatti, è un antagonista del lavoro psicologico perchè consolida schemi di comportamento o di pensiero disfunzionali.
E’ utile allora richiedere un aiuto psicologico per capire, confrontarsi sulla situazione e individuare un percorso di attivazione delle risorse personali e familiari. Obiettivo globale è il raggiungimento di una situazione di equilibrio e di benessere psicologico e relazionale dei soggetti e della famiglia.
Il sostegno psicologico può essere richiesto pertanto:
• nella fase post adozione, per supportare i genitori nel caso di stress parentale post adozione, di difficoltà genitoriali, depressione post adozione;
• nelle fasi più importanti del ciclo di vita della famiglia o in seguito a eventi o situazioni di particolare intensità o complessità (inserimento del figlio a scuola, preadolescenza, adolescenza, difficoltà di sviluppo…) al fine di sostenere la famiglia nel raggiungimento dell’equilibrio psicologico e relazionale.
Il percorso di sostegno psicologico si struttura nelle seguenti fasi:
• individuazione dell’obiettivo di miglioramento, ovvero qual è il punto di partenza per individuare il punto d’arrivo, l’obiettivo a cui si vuole tendere;
• conoscenza di sé nella situazione, ovvero osservarsi per esplorare e per comprendere i propri comportamenti funzionali e disfunzionali, le motivazioni, le emozioni;
• focalizzazione del problema, ovvero individuare e comprendere il disagio che si sta vivendo, dare un significato alla situazione, comprendere come la persona è coinvolta, il suo ruolo nel problema;
• personalizzazione del problema, ovvero individuare il significato che il problema ha per la persona, come lo vive, come lo sente, che cosa rappresenta in quel momento della sua vita;
• attivazione delle risorse personali o di coppia, ovvero come risolvere il problema, come gestire la situazione, qual è il percorso che si deve intraprendere per ottenere il cambiamento desiderato;
• realizzazione del percorso, ovvero iniziare a portare i cambiamenti nella propria vita e monitorare il percorso di cambiamento;
• verifica del percorso e dei cambiamenti in atto.
Il percorso di sostegno psicologico si sviluppa su un tempo che sarà definito di volta in volta in relazione al singolo caso. Ci sono delle situazioni che si risolvono a medio termine (due/tre mesi), altre che richiedono un intervento più lungo. In ogni caso, dopo i primi tre incontri, sarà comunicato il tempo indicativo previsto.
5. INTERVENTO PSICO-EDUCAZIONALE AL BAMBINO/A, AL RAGAZZO/A
L’intervento psico-educazionale ha l’obiettivo di lavorare sulle difficoltà concrete del bambino e del ragazzo adottati attraverso un percorso psicologico ed educativo che, partendo dai comportamenti, dalle emozioni e dai pensieri disfunzionali, individua le modalità per affrontarli e risolverli.
L’obiettivo è quello di sostenere il ragazzo ad affrontare le situazioni e le relazioni in cui trova maggiori difficoltà attraverso l’allenamento delle capacità di analisi delle situazioni, l’individuazione delle criticità e la definizione di strategie di problem solving relazionale.
L’attività è sempre inserita in un percorso complessivo familiare in cui i genitori sono coinvolti nella fase iniziale del percorso con il figlio e al termine del percorso. Questo per consentire di creare all’interno della famiglia un terreno relazionale capace di accogliere i cambiamenti che il figlio presenta durante il percorso di aiuto psicologico.
6. CONSULENZA INTERCULTURALE AL RAGAZZO/A
L’attività di consulenza interculturale al ragazzo/a ha l’obiettivo di offrire un aiuto psicologico nel percorso di ricostruzione delle proprie origini o nei casi di difficoltà di integrazione culturale legate alle diversità di origine.
Quando il disagio legato alla propria storia, alle proprie origini o al confronto con il mondo in cui si è inseriti è tale da rendere complesso il percorso di crescita e lo sviluppo della propria identità, delle relazioni familiari o sociali, si consiglia un aiuto psicologico teso ad accompagnare il ragazzo/a nell’esplorazione delle diverse identità culturali e del ruolo che hanno nel percorso complessivo di costruzione dell’identità. Obiettivo della consulenza interculturale è, infatti, quello di raggiungere una situazione di integrazione delle diverse origini che hanno dato luogo al suo percorso di vita e di crescita.
I colloqui con i ragazzi saranno sempre preceduti da uno o due incontri con i genitori.
PROGRAMMA PERCORSO FORMATIVO PRE-ADOZIONE
Finalità
Lo scopo di questi incontri è di aiutare le coppie a prepararsi per l’evento adottivo: cioè ad accogliere un figlio attraverso un percorso speciale, che è quello adottivo. L’obiettivo è quello di mettere le coppie a confronto con le loro emozioni e aspettative di fronte all’evento adottivo.
Metodologia
Confronto, esercitazioni di gruppo e riflessioni stimolate da storie adottive e supportate da materiale specifico
Iscrizione
Al fine di garantire uno svolgimento ottimale, la partecipazione al percorso formativo è limitata ad un numero massimo di 10 coppie. Gli interessati possono iscriversi utilizzando il modulo pubblicato su questa pagina.
1° incontro: ITER ADOTTIVO ED ASPETTI LEGISLATIVI
• La Convenzione dell’Aja
• Adozione nazionale ed internazionale
• Il rischio giuridico
• I colloqui con le ASL
2° incontro: LA SCELTA DELL’ADOZIONE
• Motivazioni: infertilità, difficoltà procreative, l’iter con i Servizi
• Disponibilità all’adozione
• Le peculiarità della genitorialità adottiva: punti di differenza e punti di similitudine con la genitorialità adottiva
3° incontro: IL BAMBINO IMMAGINARIO
• Attese, desideri, paure rispetto all’incontro con il bambino
• Le diverse età: bambini grandi e bambini piccoli, quali differenze?
4° incontro: IL BAMBINO REALE
• L’abbandono e l’istituzionalizzazione
• Le origini e la verità narrabile: una storia in continua costruzione
• La diversità etnica
• Il maltrattamento
5° incontro: L’ARRIVO DEL BAMBINO
• L’incontro con il bambino
• L’inserimento in famiglia
• La scuola
6° incontro: TESTIMONIANZE DI ADOZIONE
PROGRAMMA PERCORSO FORMATIVO POST-ADOZIONE
Finalità
Questo ciclo di incontri è rivolto prevalentemente a genitori adottivi che desiderino affrontare sfide e criticità dell’adozione a favore dell’accrescimento delle proprie conoscenze e del rafforzamento delle proprie competenze genitoriali. L’attenzione al legame tra genitori e figli, al rapporto di coppia e alle relazioni con il contesto sociale allargato costituirà il filo conduttore dell’intero ciclo di incontri.
Metodologia
Confronto, esercitazioni di gruppo e riflessioni stimolate da storie adottive e supportate da materiale specifico
Iscrizione
Al fine di garantire uno svolgimento ottimale, la partecipazione al percorso formativo è limitata ad un numero massimo di 30 persone. Gli interessati possono iscriversi utilizzando il modulo pubblicato su questa pagina.
1° incontro: LA COSTRUZIONE DEL LEGAME: STILI DI ATTACCAMENTO E STRATEGIE
ADATTIVE DEI BAMBINI ADOTTATI ALLA LUCE DELLA TEORIA
DELL’ATTACCAMENTO
• L’impatto dell’inserimento del bambino nella famiglia adottiva
• La costruzione dei nuovi legami di attaccamento
• Strategie adattive, bisogni e potenzialità del bambino adottato
2° incontro: L’ADOZIONE DI BAMBINI GRANDI E TRAUMATIZZATI: SITUAZIONI DI
RISCHIO E PROSPETTIVE
• L’accoglienza di un bambino grande e traumatizzato
• Conseguenze psicologiche e comportamentali derivanti da esperienze traumatiche
• L’adozione come cura dei traumi: funzione riparativa e funzione elaborativi
3° incontro: LA FRATRIA NELL’ADOZIONE E LE SECONDE ADOZIONI
• L’inserimento dei fratelli nella famiglia adottiva e le dinamiche relazionali
• Il legame dei figli adottivi con i propri fratelli biologici non adottati
• Il rapporto tra fratelli biologici e adottivi
• Le seconde adozioni
• Come affrontare il racconto della storia adottiva con fratelli di diversa età o di
diversa provenienza
4° incontro: L‘IMPORTANZA DEL LINGUAGGIO. LA COMUNICAZIONE SULL’ADOZIONE (E
NON SOLO) IN FAMIGLIA E FUORI
• Rispecchiamento e funzione riflessiva: come aiutare i bambini adottivi ad
esprimere le proprie emozioni
• La comunicazione con il bambino adottato
• La comprensione e l’elaborazione del passato
• Il comportamento dei genitori adottivi: tra timori e difficoltà
5° incontro: L’INGRESSO A SCUOLA DEL BAMBINO ADOTTATO
• Come aiutare il bambino nella fase di inserimento scolastico: quali difficoltà?
• Le difficoltà relazionali e di comportamento; i disturbi dell’apprendimento
• Come si può parlare di adozione a scuola
• Pregiudizi della società: favorire la socializzazione
• Come gestire le proprie paure di genitori adottivi
• I feedback della scuola rispetto all’adozione: quale rispecchiamento?
6° incontro: I FIGLI ADOTTIVI IN ADOLESCENZA
• Specificità del ragazzo adottato in adolescenza: riflessioni sui figli e sul ruolo dei genitori
• Il processo di costruzione dell’identità in adolescenza
• Il desiderio di ricerca attiva delle proprie origini: motivazioni e bisogni
• L’importanza del linguaggio: la comunicazione con i figli adolescenti